La prostaglandina D2 sintasi (PTGDS) è elevata negli scalpi di soggetti uomini calvi con alopecia androgenetica (AAG). La prostaglandina D2 (PGD2), prodotto dell’attività dell’enzima PTGDS, è anch’essa elevata negli scalpi dei calvi. In uno studio centrato sulla sintasi, sia nel topo (PTGDS) sia nell’uomo (PTGDS), è stato dimostrato che PGD2 inibisce la crescita dei capelli in follicoli di capelli umani espiantati e quando applicati topicamente ai topi.1 Gli autori hanno rilevato un effetto inibitorio diretto di PGD2 sulla crescita dei capelli che potrebbe essere attribuito alla sua azione sul recettore 2 di PGD2 (CRTH2), una proteina umana codificata dal gene PTGDR2 e da GPR44. Pertanto, questo studio ha definito PGD2 come un inibitore della crescita dei capelli in AAG e ha proposto la via PGD2-CRTH2 come un potenziale bersaglio per il trattamento.
In topi knockout CRTH2, PGD2 non ha inibito la crescita dei capelli.1,2 Inoltre, PGD2 ha inibito la rigenerazione del follicolo del capello in un modello murino di lesione del derma in modo CRTH2-dipendente.2 Un nuovo approccio attualmente in studio è l’utilizzo di un antagonista CRTH2 per superare l’effetto inibitorio sulla crescita.
La via Wnt viene anche esplorata più ampiamente per l’induzione di anagen. Un Wnt topico (SM04554) ha dimostrato l’induzione della proliferazione follicolare ed ha accorciato la transizione da telogen ad anagen con la crescita dei capelli che è diventata prevalente per la settimana 3.3 Quando confrontato in un modello murino con minoxidil 5%, lo studio ha dimostrato una crescita di capelli significativamente maggiore.3 Risultati preclinici e clinici sostengono il nuovo sviluppo ed hanno aumentato le conte di capelli non peluria (non-vellus) con il trattamento di SM04554 in confronto con il veicolo. Negli studi clinici di fase 2, il farmaco si è mostrato sicuro e ben tollerato ed ha aumentato la crescita dei capelli in studi macrofotografici e con biopsia.4
Il plasma ricco di piastrine (platelet-rich plasma, PRP) sta guadagnando spazio nel campo dell’alopecia poiché può promuovere la crescita dei capelli attraverso l’interazione citochinica ed ha dimostrato la crescita dei capelli in AAG come pure in altri disordini con alopecia.5 L’efficacia di questo trattamento è stata valutata confrontando l’istologia pre- e post-PRP in AAG (Tabella).5 Sebbene siano necessari studi clinici, questo studio fornisce dati preliminari che sostengono l’effetto terapeutico positivo di PRP sulla rigenerazione dei follicoli dei capelli.
L’alopecia areata (AA) e altre alopecie che causano cicatrici si verificano come risultato della perdita del privilegio immune del follicolo del capello. Il normale privilegio immune è annullato dall’infiltrazione di TNF-α (aumenta le cellule Th17 ed i livelli IL-17) e dalla proliferazione delle cellule T CD8 killer. L’inibizione JAK si è mostrata in grado di invertire l’alopecia areata.6,7 Gli inibitori JAK possono essere somministrati oralmente o utilizzati topicamente e rappresentano una promettente nuova classe di farmaci per AA.8 Il profilo di sicurezza di alcuni inibitori JAK desta qualche preoccupazione poiché i pazienti possono avere una suscettibilità aumentata alle infezioni come pure ad alcune neoplasie.8
Tofacitinib ha mostrato risultati promettenti in uno studio su adulti in pazienti con AA, alopecia totalis (AT), e alopecia universalis (AU). Dei 65 responder potenziali alla terapia, definiti come quelli con AT o AU con durata dell’episodio corrente di malattia di 10 anni o meno o AA, il 77% ha ottenuto una risposta clinica, con il 58% dei pazienti che ottenevano una modificazione superiore al 50% nel punteggio Severity of Alopecia Tool nel corso di 4-18 mesi di trattamento.9 In questo studio non sono stati riportati eventi avversi gravi e tofacitinib è stato ben tollerato.
In uno studio su ruxolitinib orale, 9 (77%) pazienti su 12 con AA moderata-grave hanno dimostrato una risposta considerevole al trattamento, con una ricrescita di capelli media del 92% al termine della terapia.10 Inoltre, in questo studio il profilo di espressione genica ha rivelato una downregolazione trattamento-correlata dei marcatori di infiammazione, compresi i marcatori per i linfociti T citotossici ed i geni di risposta IFN, e una upregolazione dei marcatori capello-specifici.
In uno studio in 2 centri, open-label, a braccio singolo, tofacitinib 5 mg è stato somministrato due volte al dì per 3 mesi in pazienti AA con > 50% perdita di capelli dello scalpo, AT e AU.11 Dei 66 soggetti trattati, il 32% ha avuto un miglioramento del 50% o maggiore nella gravità del punteggio dello strumento per l’alopecia. Questo studio ha confermato che tofacitinib è un trattamento sicuro ed efficace per AA grave, sebbene non abbia una risposta duratura.
È stato recentemente dimostrato che IL-2, IL-9 e IL-15 sono upregolate nelle lesioni AA e che sono determinanti (driver) chiave dell’attività della cellula T citotossica patologica e della cellula natural killer in AA.7,12
Attuali studi iniziali sono in corso per un inibitore a monte (BNZ-1) che limiterebbe il sistema di segnalazione di IL-2, IL-9 e IL-15. Tale approccio limiterebbe gli effetti collaterali ora osservati con gli inibitori JAK.
I trattamenti del microbioma fecale sono attualmente disponibili per altre condizioni e vengono ora valutati per l’utilizzo in pazienti con AA. Dal momento che l’approccio al microbioma sta guadagnando popolarità, i trattamenti del microbioma fecale verranno sicuramente inclusi in terapie future.
Dichiarazione del relatore: il relatore ha dichiarato che non esistono potenziali conflitti di interesse pertinenti ai contenuti di questa presentazione.
Scritto da: Debbie Anderson, PhD
Rivisto da: Victor Desmond Mandel, MD