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REPORT

Malattie infettive

L'HIV nel 2018

Presentato da: Kieron S. Leslie, MD, MBBS, MRCP, DTM&H
Associate Clinical Professor, Department of Dermatology, University of California, San Francisco, CA, USA

L’HIV è ancora molto prevalente su scala globale con 37 milioni di persone infettate, di cui soltanto 21 milioni sono in terapia con antiretrovirali (antiretroviral therapy, ART). Soltanto negli USA, oltre 1,1 milioni di persone sono infette, due terzi delle quali hanno accesso all’assistenza mentre le restanti o non hanno accesso all’assistenza o non sono a conoscenza del loro stato di positività HIV. I gruppi più colpiti sono 1) afroamericani che hanno rapporti sessuali con uomini (men who have sex with men, MSM), 2) MSM ispanici, e 3) donne afroamericane eterosessuali.

La profilassi pre-esposizione (PrEP) è un approccio alla protezione proattiva nel quale ai pazienti vengono somministrati emtricitabina/tenofovir una volta al dì. La PrEP ha mostrato una riduzione del 92% del rischio di infezione HIV, ed è raccomandata nei seguenti pazienti:

  • Partner HIV positivo
  • MSM che hanno rapporti sessuali anali non protetti/con malattie sessualmente trasmesse (MST) negli ultimi 6 mesi
  • Uomini/donne eterosessuali che hanno rapporti sessuali non protetti con partner ad alto rischio
  • Utilizzatori di droghe endovena.

La follicolite eosinofila può presentarsi in pazienti con stato di positività HIV. I pazienti hanno un grave prurito e spesso dimostrano conte CD4 sotto 200 cellule/mm3. I trattamenti efficaci in questi pazienti comprendono itraconazolo 200-400 mg/giorno (effetto di migrazione anti-eosinofili), permetrina (essiccatore), fototerapia e retinoidi. I pazienti spesso guariscono da soli dopo circa 4-6 mesi se non trattati.

La sindrome infiammatoria da ricostituzione immunitaria (immune reconstitution inflammatory syndrome) può verificarsi quando i pazienti HIV sospendono la ART. I sintomi spesso si presentano come manifestazioni dermatologiche anomale quali infezioni (più comunemente verruche), infiammazione (compresa la follicolite eosinofila) e condizioni autoimmuni. È importante notare che i sintomi possono persistere da 2 settimane a 1 anno dopo l’inizio della terapia.

I pazienti con HIV hanno una maggiore incidenza di sviluppo della psoriasi con un rapporto di rischio di 1:8. I sintomi della psoriasi sono peggiori quando le conte CD4 scendono sotto 200 cellule/mm3 ma spesso rispondono al trattamento con ART come terapia di prima linea, steroidi topici, fototerapia e retinoidi. L’utilizzo di agenti biologici è stato esplorato in questa popolazione ma ci sono preoccupazioni circa il suo utilizzo. La terapia suggerita per i pazienti HIV è quella di ottimizzazione del trattamento ART, di stabilizzare i CD4 e il carico virale e di esercitare cautela con i bloccanti TNF-α.1

Le verruche sono comuni in pazienti HIV e possono presentarsi a livello di bocca, piante dei piedi, mani o come epidermodisplasia verruciforme e displasia. La presentazione è spesso peggiore con basse conte CD4 e i sintomi possono non venire meno con ART. Tali pazienti hanno anche un rischio più elevato di sviluppo di cancro.

Le neoplasie anali aumentano costantemente in MSM nonostante l’utilizzo della ART.2 Mentre gli strisci pap-anali sono un’opzione, essi non vengono attualmente raccomandati dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) a causa di una mancanza di dati e di conseguente possibilità di intervento nella prevenzione delle neoplasie anali. Per contro, le ispezioni rettali digitali annuali sono raccomandate in tutti i pazienti HIV positivi. Sia il Dipartimento della Salute dello stato di New York che quello di San Francisco raccomandano strisci pap annuali su MSM HIV-positivi, storia di condiloma anogenitale e donne con storia di alterazioni citologiche cervicali/vulvari.3 I pazienti con strisci pap alterati dovrebbero essere riferiti per l’anoscopia.2,3

Il sarcoma di Kaposi è più prevalente in pazienti con HIV e il trattamento suggerito è l’utilizzo della ART. Tuttavia, alcuni pazienti possono non rispondere e possono richiedere un trattamento più consistente in caso di interessamento sistemico. Inoltre, la ricerca suggerisce che pazienti più anziani con sistemi immunitari invecchiati hanno una maggiore probabilità di avere una presentazione di un sarcoma di Kaposi nonostante conte CD4 elevate e carichi virali bassi.4

Il tumore della pelle è drammaticamente aumentato in pazienti con HIV, compresi il melanoma maligno, il non melanoma, il carcinoma baso-cellulare, il carcinoma squamo-cellulare e quello della cellula Merkel.5 Questi tumori hanno anche una incidenza in crescita nella popolazione che invecchia e molti di essi hanno un più elevato tasso di occorrenza. Tuttavia, i soggetti HIV-positivi hanno un tasso di incidenza due volte maggiore di tumori della pelle non melanomi in confronto con la popolazione generale.5 Lo studio di Silverberg et al.5 ha rivelato che il carcinoma squamo-cellulare ma non il carcinoma baso-cellulare era associato con immunodeficienza.

Messaggi chiave

  • L’infezione da HIV continua a rappresentare un problema significativo negli USA e nel mondo.
  • I pazienti con HIV hanno una probabilità aumentata di sviluppare varie manifestazioni dermatologiche abnormi.
  • La ART è spesso la prima linea di terapia in pazienti HIV-positivi e ha dimostrato un miglioramento significativo nell’alleviare i sintomi.


REFERENZE

Dichiarazione della relatrice: la relatrice ha riferito di essere consulente e ricercatrice per Allergan, Incyte, Concert, Aclaris, Cassiopea, J&J, Bioniz, Samumed, Pfizer, Lilly, Bayer Health e P&G.

Scritto da: Debbie Anderson, PhD

Rivisto da: Victor Desmond Mandell, MD


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