A differenza di quanto accade in altre malattie bollose autoimmuni, gli eosinofili appaiono giocare un ruolo significativo nella fisiopatologia del pemfigoide bolloso (PB) dal momento che è stato mostrato che le lesioni contengono infiltrati ricchi di eosinofili nel derma superiore. Inoltre, è stato mostrato che nel PB ha successo una terapia con utilizzo di trattamento con anticorpi anti-IgE, un aspetto importante visto che gli eosinofili di pazienti PB esprimono il recettore IgE ad alta affinità FcƐRI.1 È stato descritto il ruolo di eotaxina nel reclutamento degli eosinofili nei siti infiammatori ed è stata documentata l’espressione del recettore specifico dell’eotaxina, CCR3, su eosinofili, basofili e cellule Th2. Eotaxina-1 lega CCR3 sugli eosinofili e guida in modo terminale la chemotassi e la degranulazione. L’espressione sia di eotaxina-1 sia di CCR3 nella pelle con lesioni di pazienti con PB attiva e soggetti di controllo affetti da pemfigo volgare (PV) è stata analizzata in uno studio.2 Un intenso immunostaining (colorazione specifica) per eotaxina-1 e CCR3 è stato osservato in campioni di pelle PB e i livelli sierici di eotaxina erano significativamente maggiori in pazienti PB quando confrontati con donatori sani (p=0,003) e pazienti PV (p=0,01).
Tutti questi risultati rendono ragione del ruolo di eotaxina-1 nel reclutamento di cellule attivate nei siti di infiammazione durante PB e l’espressione di CCR3 sostiene ulteriormente il coinvolgimento delle cellule Th2 nella patogenesi di questa malattia.
Bertilimumab è un anticorpo anti-eotaxina-1 con una elevata affinità e specificità per eotaxina-1. Blocca la chemotassi eotaxina-mediata ed inibisce la modificazione conformazionale degli eosinofili eotaxina-1-indotta.
Valutare la sicurezza, l’efficacia e l’effetto farmacodinamico di bertilimumab in pazienti con PB.
Tipo di studio (NCT02226146)3
Popolazione dei pazienti
Misura primaria di outcome
Misura secondaria di outcome
Farmaci/Procedure utilizzate
Parametri di valutazione primari
Bertilimumab è risultato ben tollerato con soltanto 4 eventi avversi (EA) riportati in 3 soggetti, e tutti e 3 hanno recuperato. Tutti gli EA sono stati di lieve intensità, 1 è stato grave ma non è stato ritenuto in collegamento con il farmaco (riacutizzazione di malattia vascolare periferica richiedente ospedalizzazione).
Parametri di valutazione secondari
Era presente una riduzione dell’85% nell’indice della attività totale BPDAI (p=0,0096) con tutti i pazienti che hanno dimostrato un miglioramento >50% e con 4 pazienti su 6 che hanno dimostrato un miglioramento >90%. Inoltre, con il tapering del prednisone, 26 mg (0,3 mg/kg) scalati ad una media di 9 mg (0,1 mg/kg) per l’ultima valutazione (p=0,0145), ai soggetti sono stati risparmiati più di 2500 mg di prednisone nell’arco di un periodo di 84 giorni.
Dichiarazione della relatrice: la relatrice ha riferito di avere ricevuto onorari (grant e fondi per la ricerca) da Immune Pharmaceuticals.
Scritto da: Debbie Anderson, PhD
Rivisto da: Victor Desmond Mandel, MD